Informatori scientifici del farmaco, criticità di una professione fondamentale

Roma – L’informatore scientifico del Farmaco, noto anche come ISF è una figura di rilevante interesse per la filiera medico-sanitaria. Si tratta di una figura specializzata e formata nella divulgazione di aspetti scientifici sui farmaci. Un valido interlocutore per farmacisti, medici ed operatori sanitari. Ma sul panorama nazionale  questo tipo di attività è poco conosciuto, forse anche osteggiato quando i pazienti ad esempio trovano gli ISF nelle sale di attesa dei medici di base. Ogni due pazienti può entrare, e quindi parlare con il medico. Non è però una perdita di tempo, anzi, bisogna ben approfondire questo ruolo. La conoscenza, la ricerca, il costante studio dell’informatore costituisce un “aggiornamento” in tempo reale su nuove potenzialità di farmaci utili per le cure de pazienti. La ricerca farmaceutica a livello internazionale è in continua e costante evoluzione, ma le leggi regolano questa materia a livello nazionale, per cui il compito dell’informatore è anche e specificamente quello di centrare tutte le caratteristiche di prodotti immessi sul mercato a livello nazionale.

Il medico, gli operatori sanitari, vengono a loro volta formati su nuove terapie,  caratteristiche di farmaci. Molte patologie vengono curate grazie all’adozione di protocolli specifici ai quali i medici ricorrono in seguito alle informazioni farmaceutiche ricevute. In questo contesto non basta “consultare” il web, anche perchè non vi è alcuna garanzia che quanto in lettura sia realmente certificato.

L’ISF costituisce una sorta di imprimatur sulle informazioni veicolate, per deontologia, per ruolo professionale. Oggi più che mai gli ISF fungono da ponte di collegamento tra la ricerca farmaceutica e la pratica clinica. Per questo sono figure dotate di una formazione altamente qualificata in materie come biologia, chimica, farmacia e medicina. Questa combinazione di competenze scientifiche e abilità comunicative consente loro di spiegare in modo efficace i meccanismi d’azione dei farmaci, i risultati degli studi clinici e le linee guida terapeutiche.

L’ISF svolge inoltre un ruolo importante nella farmacovigilanza, contribuendo al monitoraggio degli effetti collaterali dei farmaci e raccogliendo feedback dai professionisti della salute, per migliorare continuamente la sicurezza e l’efficacia dei trattamenti disponibili.

Non mancano però criticità elevate su questo tipo di professione, quanto mai necessaria per il bene pubblico. Problematiche poco conosciute anche dall’opinione pubblica. Una professione che può salvare vite umane.

LE CRITICITA’ DI UNA PROFESSIONE FONDAMENTALE!

“Nel campo farmaceutico – spiega l’ISF Feliciana Sciò –  ci sn vari tipi di contratto: di agenzia con o senza stipendio fisso. Per disciplinare i rapporti vengono utilizzati contratti del commercio, e contratti dei chimici. Le aziende sono di tipologia diversa tra  farmaci, integratori e medical device o solo dispositivi. Se ci soffermiamo sul contratto di agenzia può avere un senso se  l’azienda e strutturata e dare la possibilità per chi vuole di passare a stipendio con un contratto decente.
I contratti del commercio partono in genere da un B2, ma il nodo  è questo:  se l’azienda ho un fatturato che consente  di collocare  a stipendio dei dipendenti per quale motivo dovrebbe contrattualizzare al ribasso ? Altro quesito riguarda il  motivo per il quale si non possa ad esempio assumere un over 50. Il tutto nel mentre di costanti allungamenti periodici rispetto al collocamento in quiescenza.

Ma sembra che ci siano degli sgravi fiscali.  Per quanto il governo possa fare con il taglio del cuneo fiscale, sono poi  le aziende che dovrebbero migliorare la problematica stipendiale, soprattutto quelle che hanno fatturato considerevole.

Invece si punta  al ribasso con pretese non  proporzionate. Questo problema sta aumentando sempre di più nel corso degli anni ed è poco noto.

Il contratto del commercio può essere migliorato volendo con qualche tutela in più. Io mi pongo questa domanda perché due tipologie di contratto? Se si vuole mantenere questo stato di cose perché non portare il contratto del commercio a maggior tutela come quello dei chimici?

Attualmente al governo non abbiamo nessuno che ci tuteli – prosegue l’Isf Sciò –  e nessuno si è preso mai la briga di soffermarsi su tale problema?

Ci sono argomenti sicuramente più importanti  da discutere  governo ma è  anche vero che organi competenti come  il Ministero della salute non ha mai avuto occhio di riguardo.

L’esempio lampante è  la continua emissione di integratori da parte del Ministero senza una regolamentazione specifica .

Ripeto le aziende con fatturato dovrebbero quindi iniziare a migliorare gli stipendi! E per questo servono maggiori controlli sulle aziende. Non ci troviamo di fronte ad una questione politica, ma di attenzione verso una professione fondamentale e poco strutturata e considerata su più fronti.

In questa complessa realtà esistono per lo stesso ruolo diverse realtà contrattuali convivono contratti di dipendenza (commercio chimico) e contratti autonomi. Il governo dunque, proprio in relazione al delicato ruolo degli ISF dovrebbe intervenire e “migliorare” la disciplina del settore, che di fatto costituisce, o dovrebbe, un fiore all’occhiello in un settore particolarmente delicato. Dunque se ne deve parlare, e portare questo argomento nei tavoli decisionali, in cui normative possano incidere e mitigare le criticità in cui gli ISF si trovano a combattere ogni giorno.

Il lavoro – conclude – è di per sè entusiasmante, pone il professionista di fronte ad una continua formazione scientifica, per cui gli aggiornamenti raggiungono direttamente il medico con il beneficio sul paziente. Sul tema degli integratori, di cui oggi si fà molto uso, andrebbe anche stabilita una classificazione dei prodotti, in relazione agli standard di produzione e comprovata efficacia”.

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